Uno degli aspetti positivi dell’aver abolito viaggi e conferenze nell’ultimo anno è la diffusione di eventi e seminari online. La mia impressione è che non soltanto i talk online abbiano rimpiazzato quelli in presenza, ma che addirittura la possibilità di parlare a una platea di persone senza muoversi da casa abbia fatto moltiplicare questi eventi. Tra una riunione o l’altra, o in chiusura di una giornata lavorativa quando leggere l’ennesimo paper diventa troppo faticoso, ho avuto quindi l’occasione di vedere un buon numero di registrazioni interessanti. Apprezzo questo formato per la possibilità di vedere raccontati i contenuti di un paper partendo dall’idea generale e dalle intuizioni alla base di un lavoro, e mi piacciono particolarmente i seminari in cui lo speaker riassume vari lavori mostrando il filo conduttore che li ha motivati, facendo una sorta di storytelling che spesso sfugge quando si leggono i singoli paper. Tra questi, ho trovato molto interessante il talk recente di Sebastian Ruder sulle sfide di sviluppare modelli di NLP che lavorino su più lingue, in particolare sull’utilizzo dei language adapters per trasferimento di conoscenza. Anche quello di Iryna Guervych incluso nella HiTZ Seminar Series è stato un’utile carrellata sui recenti lavori del suo gruppo relativi a argument mining e alla generazione di argomenti, mentre il talk della stessa serie tenuto da Ricardo Baeza-Yates ha evidenziato le criticità relative alla rappresentatività del campione e ai bias da tenere in considerazione quando si lavora su dati presi da social media. Includo nella lista anche il recente seminario di Valerio Basile organizzato da noi sul problema del disagreement nella creazione di gold standard, che però non è disponibile in formato video (mea culpa). Mi piacciono molto anche le registrazioni di panel con più persone che discutono su vari temi, per capire quali sono le direzioni di ricerca più promettenti nella nostra comunità. Questo genere di sessioni si teneva solitamente durante le conferenze, e capitava che non venissero trasmessi oppure che la qualità dei video fosse pessima. Nell’era del Covid, invece, tutti i panelist sono a distanza, rendendo più semplice la partecipazione. Per questo, ho seguito con molto interesse tutti i talk del recente ELLIS NLP Workshop, ma in particolare mi è piaciuto il panel su Open Challenges and Future Directions of NLP, con uno scambio illuminante sul tema dell’explainability. C’è poi il capitolo delle lezioni disponibili online, che già esistevano prima del Covid ma che adesso hanno subito un’accelerata decisiva. Effettivamente, invidio molto gli studenti che hanno la possibilità di sentirsi spiegare per la prima volta cos’è l’NLP direttamente da Chris Manning, o di capire cos’è il natural language understanding con l’aiuto di Christopher Potts. Nonostante abbia già lasciato le aule universitarie da diversi anni, mi piace comunque tornare a seguire lezioni di tanto in tanto, anche considerata la velocità con cui il nostro ambito di ricerca sta cambiando e la necessità di aggiornarsi continuamente. Di recente ho guardato qualche lezione del corso CMU Neural Nets for NLP 2021 tenuto da Graham Neubig e mi è parso, oltre che molto chiaro, originale per le tematiche presentate e l’ordine in cui introduce gli argomenti.

Se è vero che non si finisce mai di imparare, è innegabile che farlo dal proprio divano sia molto più comodo.