Il tema principale di tutte le testate giornalistiche dell’ultimo anno è stato senz’altro la pandemia di Covid-19. Negli ultimi tempi il focus è variato leggermente per spostarsi sui vaccini, un tema importante perché da molti visto come l’unico modo di uscire dalla situazione attuale di restrizioni, presenti un po’ in tutte le parti del mondo.

Tra questi vaccini, uno in particolare è salito agli onori della cronaca. Si tratta di AstraZeneca che, nonostante abbia correttamente seguito tutti gli step previsti per la sua approvazione, di recente ha trovato qualche ostacolo nella sua diffusione. Una comunicazione a riguardo non sempre precisa e coerente ha ulteriormente compromesso la fiducia nell’efficacia e sicurezza dei vaccini.

Per meglio catturare l’umore dei vari paesi riguardo la questione AstraZeneca, abbiamo monitorato i post di Twitter che hanno trattato l’argomento e abbiamo valutato l’andamento delle emozioni associate a questi tweet nei vari paesi nel corso dell’ultimo mese.

Tra le varie opzioni possibili sulla piattaforma da seguire, la scelta è ricaduta su Twitter per vari motivi. Innanzi tutto, i post della piattaforma (i tweet) sono quasi sempre pubblici, cioè accessibili da tutti coloro che navigano sul social network, anche se non hanno effettuato il login. In questo modo, da un lato si hanno a disposizione tutti i dati, e dall’altro non si rischia di incorrere in problemi legati alla privacy. Inoltre, Twitter mette a disposizione una serie di strumenti molto potenti per gli sviluppatori, che facilitano le operazioni di studio e monitoraggio.

Per il nostro studio, abbiamo scaricato tutti i tweet che contenevano il termine “Astrazeneca” nel periodo che va dal 7 marzo al 6 aprile 2021. Per analizzare le emozioni dei tweet abbiamo utilizzato EmoLex, un lessico disponibile online che contiene oltre 40.000 parole e che assegna a ogni termine un valore per ognuna delle otto emozioni di Plutchik (negative: rabbia, tristezza, digusto, paura; positive: gioia, sorpresa, aspettativa, fiducia). Di ogni tweet abbiamo valutato il “contenuto emotivo” sommando le emozioni espresse dai termini utilizzati nel tweet (e considerando anche le emoticons utilizzate). Ogni lingua è stata considerata separatamente, e l’andamento nel tempo per ognuna di esse è dato dalla “media emotiva” dei tweet in quella lingua (media mobile di 3 giorni, normalizzata per numero di tweet totali nella specifica lingua). Dato che il vaccino Astrazeneca è stato utilizzato prevalentemente in Europa, possiamo grosso modo far coincidere la lingua analizzata con i rispettivi paesi europei che parlano quella lingua.

Vale la pena sottolineare non si intende un giudizio negativo sui vaccini in generale (su cui si aprirebbe una discussione per la quale non basterebbero mille pagine), bensì solamente su “Astrazeneca”.

Quello che vedete nella prima immagine è il grafico che mostra l’andamento delle sensazioni positive e negative del per i tweet in lingua italiana. Si vede chiaramente che fino al 9 marzo la percezione del vaccino era tendenzialmente positiva. Le cose cambiano nei giorni successivi, quando viene fatto l’annuncio del ritiro del lotto per i sospetti casi di trombosi. Si nota chiaramente che le due linee si incontrano, indicando che un egual numero di tweet trattano il tema in modo positivo e negativo. La situazione si riallinea ai valori precedenti fino a fine mese, quando alcune nazioni (tra cui la Germania) sospendono in via precauzionale il vaccino.

Guardando invece i meri dati numerici (senza quindi soffermarsi sulle sensazioni rilevate dai contenuti dei tweet), si nota comunque un aumento del tam-tam mediatico osservando il secondo grafico, che mostra il numero di tweet (sempre in italiano) contenenti il termine “Astrazeneca”. Si notano le impennate del 10 marzo (ritiro del lotto), del 15 marzo (approvazione dell’Agenzia europea per i medicinali) e del 30 marzo (la Germania blocca di nuovo il vaccino).

Picchi simili si notano anche negli analoghi grafici dei tweet in lingua spagnola, con una netta inversione di sensazione nei giorni che precedono l’approvazione del vaccino da parte dell’Ema, per poi tornare invece sul segno positivo nei giorni successivi.

Altre comunità, invece, erano già scettiche sul vaccino Astrazeneca anche prima del primo blocco precauzionale dell’Ema. Qui vediamo per esempio il caso del tedesco e del francese.

In Olanda, invece, si vede chiaramente che la percezione del vaccino era positiva prima di marzo 2021, mentre la situazione è precipitata in un secondo momento.

Le comunità di lingua inglese (che possiamo in questo caso sovrapporre al Regno Unito, visto che negli Stati Uniti non hanno pressoché usato il vaccino Astrazeneca) resta invece cautamente ottimista sul tema, con pochi cambi di opinione, probabilmente per via di una campagna vaccinale massiccia che sta procedendo a ritmi sostenuti e non ha subito alcun problema né stop nel periodo di riferimento.

I grafici (e i commenti) di questo post sono ovviamente passibili di errori, come accade spesso quando si tenta di estrarre automaticamente qualsiasi tipo di informazione partendo dai testi scritti in linguaggio naturale. Tuttavia in certi casi questi studi possono rivelarsi utili per capire l’andamento di un certo fenomeno, soprattutto in relazione a diverse lingue e culture, che vivono eventi simili in modo molto differente.